Con l’allerta Coronavirus che lentamente sta allentando la sua presa, stiamo progressivamente tornando alla vita di prima e il Lockdown sembra solo un lontano ricordo. In questi mesi non sono di certo mancati i dibattiti sul nostro modo di vivere, sulle nostre abitudini e sull’impatto che le nostre azioni possono avere su tutto ciò che ci circonda. E in mezzo ad una fase di completo isolamento verso il mondo esterno, non sono mancate le proposte per il ritorno alla normalità.

Tra plexiglas, mascherine e dispenser, tutti noi ci siamo domandati almeno una volta come sarebbe stato tornare a cenare con i propri cari al ristorante o godersi un aperitivo al bar con gli amici. Vista la portata e la complessità dell’argomento, in molti si aspettavano dei cambiamenti epocali visto l’impatto che il Covid-19 ha avuto sulle nostre vite ma è stato davvero così?

Tra sicurezza e normalità: parola ai designer

Come disse Jule de Gaultier, “l’immaginazione è un’arma nella guerra contro la realtà” e negli scorsi mesi la realtà non era affatto rosea. E così, in un mare di problemi, non sono mancate le proposte di professionisti e aziende che hanno messo la propria creatività al servizio della causa.

Col senno di poi, però, possiamo tranquillamente affermare che molte di quelle soluzioni tanto fantasiose quanto bizzarre non si sono trasformate in realtà. Di seguito vi riportiamo una raccolta di come alcuni designer hanno immaginato un futuro (a tratti molto bizzarro) che in realtà non ha preso la strada da loro predetta.

Le invenzioni dei designer che hanno fatto più discutere all’interno del web

Janus

   

Una proposta tutta italiana avanzata da Aviointeriors, società che progetta, certifica e produce poltrone passeggeri d’aereo. Nella loro visione, gli aerei avrebbero potuto installare Janus, un sedile integrato con delle protezioni che avrebbero potuto far viaggiare in sicurezza i propri passeggeri. Ottima idea, articolata l’esecuzione. Come è possibile vedere, la proposta prevede un intricato tetris di disposizioni dei sedili che ne fanno lievitare le difficoltà di realizzazione.

Soffio

Restiamo in patria e dall’unione di varie menti è nata l’idea di Soffio, una maschera protettiva in PVC pieghevole per poter cenare assieme ai propri cari in completa sicurezza. Economica e riutilizzabile, il progetto non si è mai concretizzato veramente ma la proposta, giocosa e ironica, è sicuramente una soluzione più pratica di quella che vedrete dopo contro il Coronavirus.

Plex’Eat

   

Mangiare al ristorante, si sa, è un momento che ha sempre qualcosa di speciale. Tra cene di lavoro con o con i propri cari, al lume di candela o in allegra compagnia, preservare tali atmosfere con il distanziamento sociale nel mondo della ristorazione non è affatto semplice e il francese Christophe Gernigon ha proposto Plex’Eat, delle vere e proprie campane in plexiglass che pendono dal soffitto per proteggere ogni singolo cliente seduto al tavolo. Come potete vedere, la struttura è composta da enormi visiere in plexiglass aperte solo sul retro per consentirne l’accesso ed evitare una possibile sensazione di claustrofobia. Ironia della sorte, qualcuno aveva subito chiesto maggiori informazioni circa il costo di questo progetto e lo stesso designer aveva replicato che era troppo presto per fare una stima di ogni protezione. Vista la ripresa dei ristoranti, forse sarebbe stato opportuno avere già quella stima pronta.

Be A Bat Man

Dalla Francia ci spostiamo alla Cina. Se pensate che l’idea di Gernigon fosse bizzarra allora preparatevi all’idea dell’architetto Sun Dayong. Be A Bat Man non è una semplice mascherina, bensì uno scudo (letteralmente) in PVC che copre la persona che lo porta dalla testa alle ginocchia. Altro elemento interessante è la possibilità di spannarsi come un parabrezza e auto-sterilizzarsi con l’utilizzo dei raggi ultravioletti. Un’idea geniale dal punto di vista della sicurezza ma problematica da attuare nella vita di tutti i giorni.

How To Survive A Deadly Global Virus

   

Anche il mondo del fashion necessita di sicurezza e il tedesco Max Siedentopf ha voluto offrire il suo contributo suggerendo metodi alternativi all’uso della mascherina comune. Ecco quindi che nasce How To Survive A Deadly Global Virus, oggetti di vita comune possono salvarti la vita dal Coronavirus con stile!

Here Comes The Sun

 

Cambiamo settore e ci spostiamo nei parchi pubblici. Vista la difficoltà nel rispettare il distanziamento sociale, l’affermato designer britannico Paul Cocksedge ha proposto Here Comes The Sun, una coperta a forma di cerchio con quattro postazioni dove sedersi in tutta sicurezza. Il progetto può essere scaricato liberamente e, grazie ai tutorial al suo interno, è molto facile realizzarlo a casa propria. Una proposta molto interessante che però ha trovato un modesto impiego contro il Coronavirus. Piccola nota a margine, il nome Here Comes The Sun è tratto da un’omonima canzone dei Beatles.

Separé in Plexiglass in Spiaggia

L’ultima proposta che andremo a vedere è sicuramente quella che ha fatto più discutere all’interno del web. In realtà non vi è un designer specifico ad aver avanzato l’idea ma quel che è certo è che i Separé in Plexiglass hanno suscitato non poche polemiche. Tra turisti e titolari degli stabilimenti balneari, in molti si erano rassegnati vedendo questa come l’unica soluzione percorribile per un possibile rientro in spiaggia. Tuttavia, come avrete ben notato, questa idea ha vissuto giusto i 15 minuti di fama per poi svanire completamente dall’orbita delle soluzioni contro il Coronavirus.