La recente esperienza del Covid-19 ha avuto un impatto considerevole nelle nostre vite. In men che non si dica abbiamo apportato diversi cambiamenti all’interno della nostra società scoprendo nuove esigenze e antichi timori. Distanziamento, sanità, lavoro, politiche sociali e trasporto sono solo alcuni degli aspetti problematici che hanno dominato le nostre emozioni negli ultimi mesi e con cui dovremo convivere per ancora molto tempo. Stravolgimenti che hanno inevitabilmente intaccato molti settori. Tuttavia, delle possibili soluzioni su come ci rapporteremo con questi nuovi aspetti potranno essere fornite da un prezioso alleato: il design.

Nel post Coronavirus i designer avranno il compito di ripensare il nostro ambiente circostante

In questa fase, il design torna ad abbracciare ulteriormente il suo ruolo di decodificare le necessità dell’uomo riscoprendo la prossemica, scienza che studia il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, proponendo soluzioni e nuovi modi di vedere il mondo.

Di seguito, andremo a vedere nel dettaglio come alcuni aspetti della nostra vita cambieranno inevitabilmente dopo l’esperienza del Coronavirus.

Le Abitazioni

Il Covid-19 ha spostato l’asticella dei bisogni e il mercato ad essi collegati. Il distanziamento sociale e lo smart working stanno spingendo le persone a cercare abitazioni più spaziose con terrazzi e/o giardini. E laddove non sarà possibile soddisfare tali richieste, i designer stanno puntando alla polifunzionalità e alla creazione di spazi modulari ripensando soprattutto la componente dell’arredo.

Secondo progettisti come Massimo Iosa Ghini, sarà necessario riformulare l’arredo, sia in termini di materiali che di prossemica poiché i mobili dovranno trasmutarsi in altro e incorporare una sanificazione frequente. Un pensiero che si somma a quello di altri designer secondo cui la “casa del futuro” dovrebbe prevedere un piano flessibile, sia nel singolo edificio che nei complessi abitativi, che possa adattarsi alle nuove esigenze della collettività, diventando luogo per lo smart working, smart learning o piano per la socializzazione.

Tra maniglie apri porte a mani libere, carica batterie wireless a forma di plafoniere con tanto di raggi UV per sanificare il proprio smartphone ed eleganti placche di comando elettrico antibatteriche, lo spazio abitativo viene ripensato. Un futuro prossimo, come definito dall’architetto Stefano Boeri, composto di spazi capaci di cambiare nel corso della giornata: camere che sono da letto di notte e studi di giorno o letti che diventano tavoli.

Il Retail

Uno dei settori più colpiti dal virus è indubbiamente il mondo del retail. Il Lockdown e le varie misure di sicurezza da adottare, hanno spinto la vendita al dettaglio ad una profonda riflessione accelerando processi che erano già in moto. In men che non si dica, il trend del 2020 si è sbilanciato tutto verso l’ecommerce con investimenti e strategie di mercato che stanno “rivoluzionando” intere aziende. Fa eco la recente notizia legata alla scelta di Zara di chiudere 1200 punti vendita e di concentrarsi sulla vendita online. Una decisione discutibile che diventa simbolo di una svolta sempre più in fase di accelerazione. Come rivelano di dati Netcomm, rispetto al 2019 abbiamo un tasso di crescita degli acquisti online costantemente in doppia cifra. Alcuni settori quali intrattenimento, formazione e alimentare vedono i primi due cresciuti del 96% e l’ultimo che ha raggiunto quota 300%.

Una digitalizzazione che in realtà cela nuovi cambiamenti, specie nel mondo del design. Con il continuo mutare delle strategie delle vendite offline, la vera sfida sarà ideare nuove proposte che possano rispondere ai cambiamenti in atto. Funzionalità e flessibilità dovranno coesistere con la difficoltà di creare una forte brand experience massimizzando lo spazio a disposizione. Anche la luce avrà un ruolo centrale nel design post Covid-19. La tendenza verte sull’utilizzo di ambienti ben illuminati, possibilmente con luci ultraviolette le quali, accendendosi alcune volte durante il giorno, possono uccidere germi e batteri.

Il retail tra hub e showroom, grandi cambiamenti in vista?

E in un percorso di forte innovazione, vedremo sempre più negozi diventare dei veri e propri showroom trasformandosi in hub. Il consumatore potrà ritirare i prodotti acquistati online, magari tramite sportello su strada h24, o provare la merce esposta per poi procedere all’acquisto in apposite piattaforme ricevendo la merce in un secondo momento comodamente a casa. In molti stanno ripensando ai propri store come uno “snodo nevralgico”, magazzini da cui partiranno le spedizioni ottimizzando sia i percorsi che le la giacenza dell’azienda. E nel mondo dell’innovazione, un occhio resta sempre puntato al sistema cashierless. Una vendita senza persone alla cassa in cui il consumatore si vedrà addebitato il costo della merce acquistata direttamente sul suo conto online una volta uscito dal negozio grazie ad appositi sensori installati nello store.

In tutto questo, i designer stanno già sperimentando metodi per integrare la tecnologia all’ambiente come l’uso di Realtà Aumentata, Intelligenze Artificali, QR code e monitor. Un nuovo modo, quindi, di concepire l’esperienza dei clienti all’interno degli store che dovranno necessariamente aggiungere la componente del “divertimento” e dell’”emozione” presso i propri punti vendita.

Gli Spazi Pubblici

Se le proprie abitazioni e il lavoro subiranno inevitabilmente dei forti cambiamenti, non vi è dubbio che il Coronavirus ne genererà altrettanti agli spazi pubblici. Trasporto, parchi, città e molto altro ancora vedranno una serie di stravolgimenti che andranno principalmente ad incidere sulle nostre abitudini.

In primo luogo, gli spazi pubblici stanno venendo rimodellati con progetti che tengono conto sia del distanziamento sociale che dell’ambiente. Curiose le proposte di trasformare i mezzi di trasporto in veri e propri alberi viaggiatori, espandendo il concept del celebre Bosco Verticale di Milano. Non mancano le idee per far tornare il pubblico all’interno dei vari stadi sportivi e teatri senza stravolgere la loro esperienza. Al posto di una capienza più che dimezzata, importanti strutture di sanificazione o nuove tipologie di posti a sedere che possano mettere in sicurezza lo spettatore.

Come proposto dal designer Paul Cocksedge con la sua giocosa invenzione, Here Comes The Sun, anche i parchi stanno subendo dei cambiamenti momentanei con installazioni e segnaletiche per far mantenere il distanziamento sociale. Il Covid-19 ha mostrato la necessità di avere luoghi ampi a disposizione, specie nelle grandi città. Metropoli statunitensi come Oakland, Seattle, Los Angeles, e Milwaukee hanno annunciato dei programmi per riqualificare ed espandere i luoghi aperti.

Cosa aspettarsi dal futuro del design?

Come recentemente affermato da Michele De Lucchi:

L’uomo vive e progredisce per la sua capacità di organizzarsi e trovare soluzioni e la lotta al virus deve essere affrontata a livello sociale, ricordandoci che i patogeni non sono l’unico problema dato che il mondo sta collassando. L’augurio è che il virus sia sconfitto e allora bisognerà cogliere l’opportunità di costruire nuovi stili di vita. Questo devono fare architettura e design: fronteggiare la sfida e proporre soluzioni di cambiamento… e che stiano in equilibrio tra i bisogni antropologici e sociali dell’uomo e il senso di responsabilità per questa Terra su cui poggiamo i piedi.”

L’auspicio è che sia proprio questo pensiero il faro che possa guidare gli addetti ai lavori verso proposte per un cambiamento che questa pandemia globale ha ricordato di dover mettere in atto. Nel nostro piccolo. noi di Action Giromari siamo pronti a dare il nostro contributo.